Le espressioni “smart working”, “telelavoro” o “lavoro da remoto” sono ormai parte delle nostre vite quotidiane, e da fenomeno di nicchia sono diventate un trend sociale diffusissimo, che permette a diverse fasce della popolazione di condurre uno stile di vita più agile e meno stressante. Quando si pensa a una località come la Sardegna, però, si vive ancora di luoghi comuni e la si immagina come una zona isolata, poco adattabile a questa modalità.

Pochi però sanno che fra i primi a investire su questo metodo lavorativo ci sono proprio due sardi.

Due per lo smart working: Niki Grauso e Renato Soru

Negli anni Novanta, Renato Soru ha fondato Tiscali, uno dei principali provider in Italia, mentre l’imprenditore Niki Grauso nei primi anni 2000 fondò Il Sardegna prima ed E Polis dopo: due free press quotidiane i cui collaboratori lavoravano a distanza, pur interfacciandosi con una redazione fisica in quel di Cagliari.

Nel momento di maggior successo, i due quotidiani arrivarono a distribuire 800.000 copie, e il loro ruolo è stato pionieristico e ha dato l’esempio a migliaia di altre realtà aziendali.

Lavorare smart dalla Sardegna si può!

Il backbone esiste (la struttura di Tiscali, ma del resto sono decine gli altri provider sbarcati sull’isola!), il precedente anche: perché mai dovrebbe essere complicato lavorare dalla Sardegna?

A maggior ragione, a un “nomade digitale” dovrebbe risultare più semplice, tanto più che gli affitti nel territorio sono a portata di tasca per chiunque.

Da un appartamento in Sardegna, che sia ammobiliato o meno, non vi sarà difficile svolgere le stesse attività che si svolgono in modalità smart da qualunque altro luogo del mondo: il lavoro, certo, ma anche hobby come il gaming: anche i Casinò online sono facilmente accessibili da remoto, su computer come da tablet o smartphone.

Affittare un appartamento per il telelavoro in Sardegna

Per trovare un alloggio in Sardegna basterà tenere d’occhio le piattaforme immobiliari più note a livello nazionale, anche se in qualche caso per trovare più offerte potrebbe essere una buona idea incrociare i risultati di quei siti con quelli di portali come Subito.it.

In qualche circostanza, anche gruppi Facebook più locali possono rivelarsi utili, particolarmente se non si desidera essere bloccati da un’agenzia in un contratto del tipo 3+2, spesso troppo limitante per un lavoratore remoto.

Problemi di linea? Provate queste alternative

Naturalmente non avrete problemi ad avere accesso a una connessione via fibra se sceglierete di affittare un appartamento in una delle città più grandi della Sardegna, come Cagliari o Sassari.

In località più remote e meno raggiunte dall’infrastruttura telefonica ad altissima velocità, però, potrebbe essere necessario innanzitutto… accontentarsi di quello che passa il convento. E, in seconda battuta, pensare a delle alternative praticabili a costi contenuti.

La connessione satellitare potrebbe essere una di queste: provider come Eolo e Linkem vengono già in aiuto a chi vive su isole assai più piccole e più isolate, come Pantelleria o Stromboli. E per di più a un rapporto qualità eccellente.

In più, non bisogna trascurare l’offerta dei gestori mobili: provider come Iliad e Ho sono noti per avere proposte con 30 Gb disponibili dai prezzi assolutamente abbordabili. 30 giga, per intenderci, possono essere sufficienti sia per lavorare che per giocare o guardare serie e film in streaming.

Anche le altre società telefoniche hanno lanciato pacchetti simili, nonostante i costi possano essere superiori: in ogni caso, si tratta di comparare e valutare quale sia la rete migliore presente in Sardegna e nella casa che si è scelto di affittare per le proprie attività di smart working.

Il tesoretto di gigabyte così attivato potrà essere usato per le comuni necessità di telefonia ma anche allo stesso modo delle cosiddette “saponette”, come venivano chiamati i modem portatili tanto in voga fino a qualche anno fa: si tratterà solo di accertarsi che il gestore permetta la pratica del “tethering”, quando lo smartphone viene usato come un Modem bluetooth (per essere chiari, non tutte le società lo consentono!).